Brindisi in Rosa con l’Anteprima del CHIARETTO 2018: Lazise ‪10-11 marzo 2019‬

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Brindisi in ROSA questa domenica : rosa tenue, cerasuolo,…per l’appunto rosa ‘chiaretto’ dalle sfumature più o meno intense….

Uniti da questo colore nonchè da un unico territorio, si presentano a questo evento il Consorzio Chiaretto di Bardolino e il Consorzio Valtènesi Chiaretto.

Questa collaborazione tra i due consorzi viene consolidata nell’11^ edizione di Anteprima Chiaretto nella location suggestiva della Dogana Veneta di Lazise : accoglie in riva al lago 63 produttori (41 per il Chiaretto Bradolino e 22 per Valtenesi) con circa 120 vini per presentare l’annata 2018. 

Rosè di riviera dunque per le due contrapposte produzioni, rispettivamente alle due sponde del Lago, ma accumunate da un terroir fatto da suoli morenici, protetto dalle prealpi dal vento freddo del nord e avvolto dall’abbraccio del mite respiro mediterraneo. Paesaggi unici, tanto da essere nominati dalla rivista Wine Enthusiast tra le 10 zone vitivinicole al mondo da visitare nel 2019!

Eccellenza nel panorama dei vini italiani ‘rosè’, la denominazione di origine della zona del Lago di Garda vanta una produzione tot di 12 milioni di bottiglie, seppure con differenza di peso tra i due consorzi (la sola zona di Bardolino con 10 milioni di bottiglie). Esportazioni in crescita, soprattutto verso Germania, paesi Scandinavi, Usa e Canada.

Vitigni autoctoni vocati alla produzione in rosa: essenzialmente corvina veronese per il Chiaretto di Bardolino DOC e il groppello per il Valtènesi Chiaretto DOC.

Valtenesi Chiaretto DOC appartiene alla nuova denominazione (unificata dalla vendemmia 2017) Riviera del Garda Classico.

La nota curiosa è che sembra sia nato da una storia d’amore!

Il matrimonio nel lontano 1885, tra il senatore Molmenti e la nobile Amalia Brunati: lui appassionato di enologia, lei possidente terriera a Moniga, in Valtènesi. Da qui alla famosa Esposizione Bresciana di enologia la strada era breve: vincendo la medaglia d’oro il successo era garantito!

Chiaretto Bardolino è invece DOC a sè stante dal 2018 (staccandosi dalla Bardolino DOC di sui faceva parte). Dalla vendemmia 2018 esordiscono anche in etichetta le sottozone: La Rocca – Montebaldo – Sommacampagna .

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La “Rosè Revolution” come è stato definito, è il processo di innovazione che è partito circa 5 anni fa, da parte dei Produttori del Garda per uno stile più omogeneo.

Lasciando i colori carichi e sentori troppo ricchi, si è definito un colore che si identifica in sfumature più tenui e delicate, che vanno dal petalo di rosa al rosa cipria, e a una maggior finezza espressiva.

Attenzione alla qualità, alla selezione delle uve e delle particelle più vocate, destinate appositamente alla produzione di vino rosè. Oggi circa il 70% del Chiaretto nasce da una questo studio agronomico.

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I Rosati sono spesso sottovalutati e non compresi dai consumatori che non li considerano nè bianchi nè rossi.

Probabilmente la disinformazione al pubblico ampio dei consumatori ha svolto un ruolo determinante nella perdita di indentità e conoscenza di questi vini.

Bisogna far comprendere che quel ‘mondo a parte’ fatto dai vini rosati, si distingue proprio dal modo in cui sono prodotti fino alle loro qualità organolettiche.

Il rosato, il Chiaretto, sono vini delicati e difficili da realizzare nella tecnica di vinificazione.

Uno dei peggiori pregiudizi che esistono sui rosati riguarda la convinzione che siano prodotti ottenuti da una miscelazione tra vini bianchi e rossi (pratica concessa in Francia per lo champagne, ma vietata in Italia).

La tecnica “salasso“, ovvero “rosè de saignè” che ancora oggi ritroviamo in Provenza, è stata man mano sostituita con una tecnica di vinificazione che inizia allo stesso modo dei vini rossi (macerazione) e prosegue come per i vini bianchi .

Il contatto del mosto con le vinacce può variare dalle due ore fino a due giorni: questo spiega la particolare tonalità di rosa di questi vini.

Possiamo trovare l’indicazione ‘vino di una notte’ se la macerazione va da 6 a 12 ore, oppure ‘vino di un giorno‘ se la durata è di circa 24 ore.

E’ fondamentale saper “cogliere l’attimo”: se il contatto con le vinacce è troppo lungo, la buccia cede troppo rosso e il sentore diventa ‘vinoso’; se invece è il contatto è troppo breve il colore diventa scarico e senza particolari caratteristiche. Importantissima dunque la mano e l’attenzione dell’uomo, assieme ad un accurato uso del controllo della temperature nel corso della fermentazione.

Vendemmia in leggero anticipo (con grado zuccherino più basso e acidità più alte) e lunghe fermentazioni in acciaio a temperatura fredda, consentono di esaltare i profumi intensi e primari che sono legati alle varietà d’uva.

Viene prodotto un vino fermo, ma può essere anche spumantizzato.

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Passiamo all’assaggio dei molti campioni , appena imbottigliati: sicuramente non è il momento migliore per vini così giovani anche se già piacevoli in molti casi.

La differenza principale che si nota tra le due denominazioni è ovviamente dovuta alle diverse uve utilizzate, una dualità che rappresenta comunque una ricchezza da valorizzare.

La Valtènesi è la terra del groppello (per un min 30%) che ben si presta alla vinificazione in rosa. Delicato e con pochi antociani, spesso accompagnato da altre varietà a bacca rossa: in particolare barbera, sangiovese e marzemino per massimo il 70%. Eventuali residui inferiori al 25% di bacca nera non aromatica, di cui max 10% Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Carmenere e Merlot.

Piacevolmente floreali, petali di rosa e fruttati di fragoline e agrumi. Leggero sentore di mandorlo amaro, con il sapido finale dovuto ad una presenza di sali che solo in questa zona il terreno è in grado di cedere all’uva.

Bardolino, invece, è ancora terra di corvina, rondinella e molinara: vitigni classici per la produzione dell’Amarone in Valpolicella!

Composto da Corvina per il 35 – 80% , ma ammesso in sostituzione il Corvinone per max 20%; Rondinella 10 – 40%; Molinara max 15%. Eventuali residui da uve a bacca rossa non aromatiche per massimo 20%)

La sua versione ‘rosata’ , il Bardolino Chiaretto, nel calice è più complessa rispetto al suo ‘vicino’ Valtenesi.

Se le note olfattive iniziali convergono alle note floreali di rosa, poi sopraggiungono ciliegia, fragola, fragoline di bosco, lampone e melograno. La sua spiccata freschezza fa risaltare poi la scia di agrumi: fiori di agrumi, zeste e buccia di mandarino, cedro,lime, kumquat, pompelmo rosa. Il frutto della mela acerba. Ricordi di erbe aromatiche.

Sottilissime tessiture speziate (cannella, vaniglia, pepe rosa, zenzero, chiodo di garofano, e zafferano) si fanno largo con il tempo e in qualche caso sfumature di miele, zucchero filato e accenni di caramella, lievi ossidazioni.

Son più diretti, immediati e verticali i chiaretti di Brescia. Più rotondi, strutturati, più ampi i chiaretti di Verona.

Anteprima Chiaretto 2018: I miei assaggi

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Le caratteristiche dei due Chiaretto si esprimono al meglio nel corso del primo anno successivo alla vendemmia, in particolare modo dalla fine di febbraio al termine dell’estate. Qualche volta anche l’anno dopo e con un potenziale di longevità ancora tutto da esplorare.

E’ un vino che va valorizzato a mio parere soprattutto nell’abbinamento con il cibo grazie alla sua capacità di fondersi con i più svariati piatti.

Già da come appare al calice, dal colore a metà strada fra i bianchi e i rossi, si può intuire che il vino rosato può dare una risposta nei casi in cui il vino bianco non basta e un vino rosso è semplicemente troppo.

Strutturati come i vini rossi, ma meno astringenti. Freschi come i vini bianchi.

Vini piacevoli da bere tutto l’anno, anche se è sicuramente indovinato abbinarli ai piatti più leggeri del periodo estivo!

In questo caso è apprezzato per le sue caratteristiche organolettiche rinfrescanti e agrumate e quindi si consiglia di servilo freddo intorno ai 10-12 gradi.

Ideale compagno dei piatti della cucina italiana come caprese (mozzarella e pomodoro), prosciutto e melone, insalata di riso, i carpacci affumicati.

Sono perfetti anche con primi piatti a base di pesce di mare ed ovviamente – per antica tradizione – di lago.

Il rosato in questi casi ben si abbina il pesce alla griglia o al forno con condimenti a base di pomodoro, peperone, melanzana.

Impagabile con la paella (la mia Paella de marisco e Rose’), e si sposa meravigliosamente anche con il sushi.

Tentazione del momento è a gustarlo anche con la pizza gourmet! Perchè non provare con una pizza napoletana con le acciughe…

Nei periodi più freddi si può apprezzare per il suo gusto speziato, a richiamare qualche piatto della cucina orientale ad esempio indiana con il pollo al curry.

Un abbinamento un po’ azzardato e inusuale invece, se la tipologia di rosè consente un anno o più di affinamento, è quello con piatti a base di tartufo nero estivo.

Il vino avrà acquisito olfattivamente in speziatura ricreando l’ intensità olfattiva dello ‘scorzone’, In questo caso alziamo di un poco la temperatura di servizio per una migliore esposizione dei profumi.

Ecco spiegati tutti i motivi per cui i vini rosati sono una tipologia di vino che personalmente Adoro!

I Chiaretti del Lago di Garda poi!

Sono versatili e dalle mille sfumature, con una personalità inconfondibile che li differenzia e li rende apprezzabili e gradevoli sempre!

Prossimo appuntamento per i vini Rosé, dal 7 al 9 giugno al castello di Moniga del Garda per Italia in Rosa. Da non mancare!

www.ilbardolino.com

www.consorziovaltenesi.it

link:

Anteprima Chiaretto 2018: Gallery fotografica

Anteprima Chiaretto 2018: I miei assaggi

 

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