Vinnatur a Sarego, 6-7-8 aprile 2019
Weekend di fuoco questo che da inizio al Vinitaly, e che ospita in parallelo anche questa meravigliosa manifestazione per gli amanti dei vini naturali: Vinnatur
Giunta alla 16^ edizione una tra le più famose manifestazioni di vini naturali in Italia per numero di aziende partecipanti, un evento importante nel suo genere perché permette di approfondire la conoscenza dei vini naturali, incontrando e conoscendo i produttori stessi, dai quali sarà possibile anche acquistare i vini in degustazione.
Allietati dalla musica di Ruggero Robin Band e The Beat Trio, e curiosando per specialità gastronomiche si possono trovare diverse selezioni di salumi, carni fresche e chicche gastronomiche, compresi piatti di cucina bistrot, pizza e birra e goloso cioccolato!
Bella l’idea dell’allestimento di una zona destinata all’editoria: presenti il mensile francese di enologia Le Rouge et le Blanc, la casa editrice di Samuel Cogliati e l’autore inglese Simon J. Woolf con la sua ultima opera letteraria Amber Revolution, un curioso e interessante studio del mondo degli orange wine.
Lodevole l’aiuto economico che sarà devoluto da VinNatur all’associazione Progetto Alepé di Suor Tiziana Maule, impegnata nell’assistenza medica e sociale degli abitanti della città di Alépé, in Costa d’Avorio.
L’Associazione Vinnatur nasce nel 2006 dal desiderio di un nucleo di produttori, presidente il veneto Angiolino Maule, e vanta ad oggi circa 182 produttori iscrittti dall’Italia, dalla Francia, Spagna, Portogallo, Austria e Slovenia
Un totale di 1800 ettari di vigna coltivati in modo naturale che producono 6 milioni e 500 mila bottiglie di vino naturale, di cui circa 5 milioni in Italia.
Tutti i produttori di Vinnatur devono essere certificati biologici ma secondo il disciplinare dell’associazione (approvato nel 2016).
L’associazione controlla tutti i propri aderenti con analisi annuali e sottopone coloro che fanno domanda d’ingresso a una selezione rigorosa.
Passione per la viticoltura, custodi della terra per un vino salutare.
Una nuova cultura del vino: parallelamente al mercato del biologico alimentare nasce anche questa nuova presa coscienza, da parte degli utenti finali, che si può bere prestando attenzione alla salute.
Ma cosa si intende per vino naturale? spesso mi viene chiesto dai non addetti al settore, persone a cui spesso mi rivolgo con i miei articoli nel blog, cercando di non essere troppo tecnica, ma spostando l’attenzione su quello che dev’essere il vino : il nettare prezioso che ci emoziona a ogni sorso.
Ecco quindi che mi piace raccontare di come il vino naturale sia il frutto della spremitura dell’uva e niente più. Frutto della relazione tra la mano del vignaiolo e il terreno, l’andamento climatico, gli imprevisti della natura. Naturalità in vigna e in cantina.
Entrando nel merito specifichiamo che sono vini di qualità creati da produttori di vino indipendenti (con vigne di proprietà), che si dichiarano tali perchè intervengono il meno possibile nel processo di creazione di questo nettare degli dei. Essi cercano di utilizzare il minor numero di additivi possibile e la minor manipolazione possibile.
In genere basse rese, uve raccolte a mano , esclusi del tutto l’uso di pesticidi di sintesi, erbicidi o insetticidi, fermentazioni spontanee senza aggiunta di lieviti o enzimi o aiuti di altro tipo alla fermentazione, niente aggiunta di zuccheri o mosti concentrati o aggiunta di altri additivi, niente aggiustamenti di acidità. Senza chiarifiche o micro-filtrazione. Molti vini naturali vengono prodotti senza nessuna aggiunta di solfiti, ma possiamo considerare naturali anche vini che abbiano quantitativi ridotti di solfiti aggiunti, che non dovrebbero superare i 30 mg per litro. Più le uve sono sane e meno sarà necessario l’aggiunta di solfiti. Quindi molta attenzione alla vita della vigna.
Un vino senza compromessi? quasi, fino a un certo punto. Ci saranno sempre momenti in cui, a malincuore, si deve intervenire per evitare che vada a male.
Bottiglie difficili da realizzare e difficili alle volte da capire: spesso tutta questa naturalità può dar adito a difetti nel vino. La bravura quindi è proprio nell’evitare questo tipo di situazioni.
In questo settore spesso mi capita di sentire fazioni opposte su questo argomento.
Io personalmente non seguo una direzione o l’altra. Il vino buono è buono e basta. Punto.
Sto cominciando ad apprezzare questa tipologia ‘naturale’ che possiede una sua bellezza intrinseca: il fatto che sono vini diversi di anno in anno!
Come viene fatto un vino ‘naturale’ non è qualcosa che può essere deciso in anticipo, parola chiave è l’adattamento che l’enologo saprà seguire secondo esperienza.
E questa è sempre una scommessa per il viticoltore. Non vini stereotipati e sempre uguali (pur cosciente che anche queste condizioni possono essere una garanzia per il consumatore)
Non riproducibili e belli per questo.
Il quinto gusto dunque. Sapori unici al mondo.
Si perchè in qualche caso mi è parso di ritrovare in bocca l’amalgamante sensazione magica di ‘Umami’.
Quel misto di “ricco”, “morbido”, “cremoso”. facilmente distinguibile se assaggiate quei vini bianchi naturali, con permanenza sulle fecce fini e con rimescolamento frequente (ciò permette un aumento dei nucleotidi e si amalgama il gusto del glutammato nel vino).
Perchè…Vinnatur è anche questo!
Ecco alcuni vini di cui porto il ricordo (link gallery)
Info: www.vinnatur.org
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