La Città di Schio ha festeggiato l’arrivo della Primavera con un intenso week-end di iniziative organizzato dal Comune di Schio nei giorni venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 aprile 2019.
Il Lanificio Conte, pezzo della nostra vita scledense, ha fatto da location per questo incontro serale, in cui abbiamo avuto l’opportunità di scoprire come la cultura del vino locale possa fondersi con i sapori del nostro territorio. L’occasione per degustare ben sei vini provenienti da tutte le DOC vicentine (Consorzio Tutela Vini Gambellara, Consorzio Tutela Vino Lessini Durello, Consorzio Colli Berici e Vicenza, Consorzio Tutela Vini Breganze, Consorzio dell’Arcole DOC), abbinando formaggi locali forniti dalle Latterie Vicentine, particolari creazioni gourmet di De Pretto Ricevimenti e con un finale in dolcezza offerto dalla Pasticceria Sbabo di Schio. L’incontro è stato introdotto dal Sindaco del Comune di Schio Valter Orsi e da Guido Xoccato presidente dell’Ascom Confcommercio Schio.
Storie e curiosità sui consorzi vitivinicoli presenti sono state piacevolmente raccontate da Giovanni Ponchia Direttore del Consorzio Colli Berici e Vicenza e del Consorzio Gambellara, Manuel Xausa coordinatore del Consorzio Breganze DOC, Diletta Tonello Vicepresidente del Consorzio Lessini Durello.
Ma andiamo ad analizzare questi nettari preziosi di alcune cantine del Vicentino: la degustazione dei “calici” di vino è stata piacevolmente accompagnata da Andrea Da Ros, Wine Trainer & Degustatore Ufficiale FISAR.
Servizio sommelier di FISAR Vicenza.
1. Lessini Durello DOC Spumante“Io Teti” TONELLO
2. Gambellara Classico DOC “Ca’ Fischele” 2018 DAL MASO
3. Vicenza DOC Pinot grigio 2018 cantine VITEVIS
4. Colli Berici DOC Tai Rosso “Corallo” 2017 CAVAZZA
5. Nero D’Arcole DOC 2016 Collis Veneto WINE GOUP
6. Breganze DOC Torcolato 2014 BEATO BARTOLOMEO BREGANZE
e sorpresa finale ‘La Prima’ Grappa di Schio.
Apriamo i nostri sensi dunque alle note emozionali che questi vini ci possono dare!
1. SPUMANTE “Io Teti” Metodo Classico TONELLO
Viene prodotto da uva autoctona ‘Durella’, il vitigno autoctono dei Monti Lessini, una vite antica e rustica che dona uve dorate la cui caratteristica fondamentale è un tipico sapore acidulo ed una buccia spessa e ricca di tannini. Le alte vallate dei Monti Lessini, tra le province di Verona e Vicenza, hanno natura vulcanica con uno scheletro basaltico scarso in superficie ma più abbondante in profondità, che lascia un’impronta profonda nel vino. Questo rende l’uva durella la base spumante perfetta perchè ricca di acidità.
Il terreno vulcanico a base di pietra, cede la mineralità al naso e al palato. E si sente appena si avvicina il bicchiere alle narici. Ne risulta qualcosa di accarezzevole che regala al naso profumi di piccoli fiori bianchi, lievi note di acacia seguiti da frutta ancora acerba come la pesca bianca. Risulta poi leggermente agrumato e con una nota di mandorla sul finale. In bocca ritornano le sensazioni di sapidità ai lati della lingua, data dal particolare territorio della DOC LESSINI DURELLO.
2. “Ca’ Fischele” 2018 DAL MASO
L’area della denominazione Gambellara DOC comprende un vasto settore collinare tra 250 e 350 metri di quota. Gambellara si trova al confine tra Vicenza (22 km) e Verona (30 km), allo sbocco della valle del Chiampo, sulle ultime propaggini dei Monti Lessini. Territorio ricco di tufo, terroso balsatico di origine vulcanica dove si producono vini caratterizzati da elevata mineralità. La grande protagonista è l’uva Garganega, una bacca dalla buccia spessa e resistente (adatta all’appassimento come per il Recioto di Gambellara).
“Ca’ Fischele” è un vino che viene prodotto da un vigneto storico: produce meno bacche, ma di più qualità. Vino bianco dal colore giallo paglierino tenue e brillante. Appena versato nel bicchiere un po’ si trattiene al naso, ma di una perfetta eleganza. Scaldandosi escono fiori di sambuco e fiori gialli intensi (ricorda la camomilla secca). Si passa alla frutta polposa come la pesca gialla e l’albicocca. Esce il profumo tropicale della polpa di banana. Attendiamo un po’ e sentiamo le erbe eromatiche come la salvia…su un finale di mandorle amare. Al palato è un vino verticale che esprime la mineralità del territorio (pietra), equilibrato. Giovane e di grande bevibilità, dall’acidità sottile e già una bella personalità.
3. Pinot grigio 2018 cantine VITEVIS
(Il nome riprende l’edificio Torre dei Vescovi di Brendola)
Con questo vino andiamo nel territorio della VICENZA DOC tra le vigne e le ville del Palladio!
La denominazione copre la zona che va dall’area Berica a sud della città di Vicenza fino a quella pedemontana nel nord-est del territorio vicentino. I rilievi montani a nord la proteggono dai venti freddi invernali, mentre i Colli Berici a sud mitigano le correnti d’aria calda provenienti dalla pianura Padana. I vitigni coltivati sono soprattutto internazionali: il Riesling è una perla tra i bianchi e ottimi i rossi di taglio bordolese, ovvero un uvaggio di Merlot e Cabernet.
Qui è però il vero regno del Pinot grigio: la varietà più imbottigliata nella Vicenza DOC.
Ricordiamo che il vitigno Pinot grigio è una mutazione genetica del Pinot nero e può essere vinificato in bianco o colorandosi appena di ramato a contatto bucce.
Il vino appena versato risplende nel bicchiere! Rispetto al precedente è un vino più trasversale, più largo, vellutato. Intenso al naso di glicine, frutta esotica, ananas, papaya. Morbido dalla nota leggermente mielosa. Profumi che aumentano con temperatura del vino. Suadente al palato con una nota rinfrescante e retro agrumata.
4.Tai Rosso “Corallo” 2017 CAVAZZA
A sud di Vicenza troviamo paesaggi di viti e olivi che fanno da cornice allo splendido Lago di Fimon. Rocce calcaree di antico fondale marino e terreni di argille rosse e basaltiche di origine vulcanica. Altitudine che allontana le nebbie, limitata precipitazione annua e clima più mite fino all’autunno inoltrato, rendono i Colli Berici terroir ideale per il vino, e soprattutto per i rossi!
Accanto ai due vitigni autoctoni Garganega e Tai rosso, in queste zona sono stati importati vitigni internazionali provenienti dalla Francia e in particolare dalla zona di Bordeaux. Il Cabernet franc dei Colli Berici è stato il primo Cabernet DOC in Italia.
Ecco stasera noi brindiamo con il vero simbolo dei Colli berici: il cosiddetto Tai rosso. (Ricordiamo che a causa di una dispunta con il Tocai Ungherese, in Italia non si può più chiamare il nostro vino ‘Tocai’ , bensì Tai).
Il vino deriva dall’omonimo vitigno molto diffuso nel mediterraneo occidentale. Ha la stessa natura genetica del Cannonau sardo, del Grenache francese e della Garnacha spagnola , ma anche nel Vicentino ha trovato una propria identità.
Prende il nome di Barbarano rosso se coltivato nella zona di più antica tradizione. Viene citato spesso come ‘el vin del marangon’ perchè la barbatella fu portata dall’Ungheria da un falegname di Barbarano. Da altre leggende si evince invece un’origine francese con provenienza da Avignone, dove si recavano frequentemente il Papa e i Vescovi di Vicenza.
Ma beviamo questo sorso di ‘Corallo’, nome che è un richiamo alle caratteristiche del terreno (antico fondale marino). Il colore del vino è proprio quello tipico. L’olfatto ci regala una rosa appassita e delicata, un ricordo di profumo di tè di ibisco e di lampone.Profumi che si riprendono in bocca con tannini morbidi. Avvolgente e molto versatile anche pensando al possibile abbinamento con il cibo.
5. Nero D’Arcole 2016 Collis Veneto WINE GROUP
Nero D’Arcole è una denominazione d’origine con conta solamente 3 aziende vitivinicole e che abbraccia circa 200 ettari i vigneti a Cabernet e quasi 500 ettari a Merlot.
Una tipologia fortemente collegata alla tradizione del territorio, è un vino che coniuga un metodo tipicamente veneto, quello dell’appassimento delle uve in fruttaio per 30 giorni (‘alla veronese’), con il taglio di stile bordolese, ovvero la miscelazione Cabernet sauvignon, Cabernet franc e Merlot. Questa etichetta ha affinato il vino per 3 mesi in botti di legno e lasciato invecchiare per 2 anni in bottiglia. Già nel secolo scorso veniva sottolineata l’esistenza di un antenato del Nero d’Arcole, ovvero un “vino nero’ caratterizzato da una spiccata tannicità.
Proprio di questo colore lo troviamo oggi, di un rosso profondo. Diretto al naso: meno sentore erbaceo (tipico) e con frutta rossa più matura, lasciando trasparire una componente vinosa (sentore di cantina). Seguono profumi di cioccolata, tabacco, caffè, china. Arriva subito al palato.
Durante la serata abbiamo potuto assaggiare un piatto con alcuni prodotti locali, abbinandoli ai vini e cercando il giusto abbinamento cibo-vino.
Nella stessa progressione dei vini questo è stato il migliore risultato:
1. un crostino di caponata di pomodorini pachino,
2. una frittata di erbette primaverili,
3. un crostino con taleggio fuso e olive taggiasche,
4. un pezzo di formaggio Castelgrotta (Latterie Vicentine),
5. un pezzo di formaggio stagionato Vezzena 24 mesi (Latterie Vicentine).
E dulcis in fundo assaporiamo il dolce autoctono -IL GATO’-, nato anni fa a Schio e stasera offerto dalla Pasticceria Sbabo.
E’ molto goloso con la sua farcitura di crema al burro e zabaione. Un prodotto di alta qualità riferendosi senz’altro alle materie prime. Sicuramente le mandorle selezionate per l’impasto fanno la differenza, ma dicono ci sia anche un ingrediente segreto che non ci è stato svelato!
E come dar torto a tutti quelli che restano conquistati da questo dolce tipico, e passando per Schio, si fermano alla ricerca di una fetta preziosa!
In abbinamento al dolce Gateau è stato proposto un vino dolce-non dolce della zona di Breganze: il Torcolato.
6. BREGANZE DOC Torcolato 2014 Beato Bartolomeo Breganze
Il Torcolato, questa perla nel mondo dei vini dolci, attrae dal colore giallo oro carico e ci conquista con il dolce profumo di miele, le note di uva passa e ricordi di erbe aromatiche.
Ricordiamo che la DOC BREGANZE comprende il bacino ad anfiteatro compreso tra i fiumi Astico e Brenta, confinante con le prime pendici dell’Altopiano di Asiago. Qui la vite era presente in epoca preistorica, particolarmente con la coltivazione dei vitigni internazionali a bacca rossa, in particolare il Merlot e Cabernet, oltre al Pinot Nero che per le caratteristiche organolettiche si erge tra i migliori d’Italia.
La gamma dei vini è completata con il Torcolato che è ottenuto dai grappoli appassiti e ‘ritorti’ di uva Vespaiola (uva così dolcemente succosa che è particolarmente amata dalle vespe ).
Finale a sorpresa!
Ripuliamo la bocca con la Grappa “La Prima” ideata e offerta oggi da ‘De Giacomi Vini e Liquori’ di Schio. Distillazione discontinua in alambicchi di rame da ‘Distilleria Schiavo’ (Costabissara), con vinacce di Merlot e Cabernet del “Podere la Torre” di Schio, vinificate dall’az. agricola “Masari” di Trissino. Una grappa che rappresenta il territorio scledense già dall’etichetta nei simboli della Fabbrica Alta, del Duomo e del Castello.
Degustiamo la grappa, accompagnati dal relatore, che ci invita a una debita distanza olfattiva, vista l’alcolicità che fa emergere i profumi in maniera diversa e intensa. Se all’olfatto richiama la vinaccia, il floreale, rimane dopo l’assaggio sulle labbra qualcosa di molto polposo, che richiama la materia prima: la bacca. Molto piacevole. Se scaldiamo i bicchierino con la mano ne può uscire una nota speziata e di cannella. Proviamo poi a immergere la punta del dito dentro li bicchierino e, come per una essenza di profumo, bagniamo il dorso della mano: ecco che ritorna, meno intenso ma più nitido, il profumo di uva e vinaccia. Magia che dicono sia prerogativa di solo questo distillato di vinacce italiane: la Grappa.
E’ stato bello scoprire che anche ‘vicino a casa possiamo trovare preziosi ‘tesori’ enogastronomici, sapori e profumi del nostro territorio assolutamente da valorizzare!
Sapori e profumi del nostro territorio – Galleria fotografica
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