Assaggi vulcanici speciali!

Vulcanei 2019: Alla scoperta dei Volcanic Wines! VULCANEI 2019

In giro per i banchi d’assaggio ecco alcuni i vini vulcanici speciali (in ordine sparso):

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– TENERIFE 
Gual 2016 bodegas VINATIGO 
Le Canarie sono cosiddette ‘isole dall’eterna primavera’ con temperature che oscillano dai 9 ai 23 gradi e avvolte dalla brezza oceanica.
Bodegas VINATIGO è una importante cantina che ha recuperato le varietà autoctone dell’arcipelago, alcune in via di estinzione. GUAL è un vitigno in purezza con vigne a piede franco.
Affina in contenitori di inox  per metà dei quali a forma di uovo (per una migliore chiarifica per decantazione). Solfiti vengono aggiunti solo all’imbottigliamento. E’ un vino che definiscono naturale.
Lo distingue al naso un intenso profumo floreale di glicine e  gelsomino, seguito dal frutto di ananas e melone.Toni affumicati vulcanici. Anche al palato è intenso e glicerico.

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– SANTORINI 
KAVALIEROS 2016 della cantina Domaine Sigalas  
Dal 1991 vengono coltivati 19 ettari vitati per una produzione annua di 300.000 bottiglie.
L’isola vanta un clima caldo e asciutto con temperature che raggiungono i  40°C. La caldera di notte fa umido, che si deposita e da sollievo alle vigne, tutte a piede franco.
Il vitigno autoctono è l’ Assirtico, allevato con viti a canestro, i cui tralci vengono arrotolati per terra per proteggere dal sole e dal vento. Le viti sono vecchie di 60 anni e  da un unico vigneto Kavalieros che da il nome al vino. La produzione è praticamente in biologico.
Tutte le loro bottiglie hanno un forte sentore di pietra focaia e lasciano in bocca vibrante freschezza e profonda mineralità.
Degno di nota in particolare questo vino che affina inox e ben 18 mesi sui lieviti. Profumi di frutta esotica ed erbe aromatiche che crescono sull’isola. Si differenzia per l’ottima morbidezza palatale.

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EOLIE  
Terre Siciliane Igt 2017 “Iancura” cantina Carlo HAUNER .
Cantina che non ha bisogno di presentazioni, simbolo eoliano con una grande produzione vitivinicola per circa di 170.000 bottiglie, ripartita tra l’isola di Salina in cui si produce il vino bianco e l’isola di Vulcano per un rosso tutto zolfo!
Dai migliori vigneti sull’isola assaggio un blend di Malvasia delle Lipari secca, con solo un 5% di Inzolia.
Il nome ‘IANGURA’  significa che mare e cielo sono tutt’uno ed è qui rappresentato in etichetta dipinta dal padre.
Vino dall’aromaticità esplosiva, che diventa vulcanica non appena si percepisce la pietra focaia. Eloquente in bocca.

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ETNA
Etna Bianco 2016 cantina Benanti .
Azienda importante che valorizza gli autoctoni siciliani, in questo caso il carricante che dal 1994 è in purezza.
Siamo sul vulcano attivo, 800/1000 metri slm, con correnti provenienti dal mare. Vigne esposte a est-sud-sudovest del vulcano. Raccolta dell’uva a mano a ottobre. Vinificazione in acciaio.
Ricco intenso, estremamente sapido con punta acida data dai minerali.  Odora di zolfo e grafite.
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ETNA
Etna Rosso DOC Fondo Filara 2016, Tenute Nicosia.
Vino biologico. I vitigni sono il Nerello mascalese e il Nerello capuccio. Il vigneto ha una esposizione ad alta quota sull’Etna . Affina in legno. Odora di fumè, incenso, erbe balsamiche rosmarino, liquirizia verde, elicrisio. In bocca fresco e dai tannini leggeri. Elegantissimo.

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VELLETRI  
Viognier Ars magna 2016 IGP, OMINA ROMANA
Dalle colline dei Castelli romani …con un vitigno tipicamente francese: Viognier. Macera 48 ore, pressatura soffice, fermenta in barrique e vi rimane sulle fecce fini per 12 mesi (barrique di 1°-2° passaggio).
Richiami di frutta polpa gialla, fiori gialli secchi o di mimosa, noce moscata. Riprende i sentori di miele, vaniglia, con soffi di menta e balsamico.
Al palato è rotondo, profondo e avvolgente. Ritorna la freschezza aromatica con l’assenzio. Adorabile.

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VELLETRI
Ricordo della stessa cantina il grande rosso degustato in Masterclass!
Cabernet Franc Ars magna 2015,  OMINA ROMANA
Raccolta manuale con super cernita acini. Macerazione a freddo per 48 ore. Fermenta parte inox e parte legno, sulle bucce x 15 gg  in fusti rovere. Successivamente per 22 mesi in legno con battonnage. Se perde il tipico sentore vegetale primario, mantiene ribes, mirtillo, speziato, cacao, caffè. Di gran corpo in bocca e dai tannini eleganti. Un grande Cabernet Franc.

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UMBRIA
Ginestrello Umbria IGT grechetto 2018, cantina Fattoria di Monticello
La cantina produce dal 2009 su 20 ettari vitati con procedure biosostenibili.
Nel cuore dell’Umbria  c’è un antico territorio originato dal complesso vulcanico dei monti Vulsini (o Volsini). Ricordiamo che qui gli Etruschi scavarono delle grotte di tufo a costituire delle cantine di vinificazione. I terreni sono ricchi di pietra vulcanica chiamata ‘venanzite’.
Ho assaggiato un autoctono molto particolare: un grechetto che profuma di rosmarino! Un mazzetto aromatico che ritorna in bocca con grande persistenza. Molto fresco e di grande pulizia, ottimo in abbinamento con la frittura di pesce. Un premio alla semplicità di un grechetto che conquista il palato!  

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Gattinara 2015, TRAVAGLINI.
Un nome una garanzia. Autentica famosa espressione di nebbiolo nel nord del Piemonte a Vercelli. Si sapeva già da oltre un secolo che nella bassa Valsesia affioravano rocce vulcaniche. Recenti studi hanno dimostrato che queste appartengono ad un unico sistema vulcanico. Il Supervulcano Valsesia!
Da questi terreni nasce il nebbiolo di Travaglini. Vinifica inox, affina botti legno rovere di diverse dimensioni per 28 mesi. Sensazioni particolari che riportano alla caratteristica arancia sanguinella rossa, al naso e in bocca. Entra dolce e chiude amara. Non stanca mai. E’ sempre un grande piacere!

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Soave Classico Doc Roccolo del Durlo 2017 , cantina Le Battistelle.
Nella parte orientale dell’arco collinare del Veronese troviamo terreni tufacei-calcarei di matrice vulcanica. Più precisamente a Monteforte d’Alpone troviamo tre differenti terroir per il Soave: ‘Montesei’, ‘Le Battistelle’ ed infine il ‘Rocco del Durlo’. Quest’ultima porzione di terreno ha una composizione dura fatta di basalti e venature di terra rossa dovuta a ossidazione. Qui le vigne di garganega sono vecchie, alcune originarie della fine dell’800, con un innesto francese che ora non esiste più. Il vino viene lasciato 2 giorni sulle bucce, a differenza degli altri due, e poi vinificato in inox . Un sorso che ti prende …soave-mente!

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COLLI EUGANEI
Carmenere Vignanima 2016 IGT Rosso Veneto, cantina Il Mottolo.
I Colli Euganei sono una catena di origine vulcanica nel cuore della Pianura Padana; a sud-ovest della provincia di Padova. Il nome del vino deriva dai ‘mottoli’ che sono le sporgenze calcaree del posto. Mi ha incuriosito questo Carmenere che affina 22 mesi in barrique francesi (20% nuove, il resto di 2°-3° passaggio). Di notevole spessore, morbidezza e profumi terziari.  Varietale di amarene quasi sotto grappa, frutti piccoli neri, sottobosco, spezie dolci di vaniglia, polveroso di cenere, tabacco in foglia secca e a tratti mentolato. Regala una grande complessità.

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Masterclass “Figli della luce e della lava”  

A seguire nel tardo pomeriggio si è svolta la Masterclass dedicata ai vini dei paesi ospiti e ad alcune produzioni italiane. Condotta da John Szabo winealing.com master sommelier di origine canadese, considerato il massimo esperto di vini vulcanici al mondo, autore del libro “Volcanic Wines, salt, grit and power”   .  
Sono dodici le particolarissime espressioni in rosso scelte tra montagne e mari illustrate in lingua inglese con qualche traduzione in italiano. Riporto alcuni appunti così come li ho presi.

1  Colli Berici Tai Rosso “Rovea” 2015, Pegoraro – COLLI BERICI
(Vitigno Tai Rosso ; 95% suolo calareo e 5 % vucanico; sentori di ossidazione, tannino soave) 

2  Vesuvio piedirosso DOC “Vipt” 2017, Cantine Olivella – VESUVIO  
(Siamo a Monte Somma Napoli; vitigno Piedirosso in purezza; – Scarso di colore, sentori di legno bruciato di fiammiero e poco tannico. Viene da terreni poveri di azoto, per cui i lieviti fanno fatica e producono solfiti che si sentono a naso )

3  Boca Doc 2015, Barbaglia – VALSESIA
(Valsesia significa vulcanismo antico nell’alto Piemonte; vitigni nebbiolo 80% e vespolina 20%;  Scarico di colore, ricco tannini e di mineralità. Molta acidità)

4  Pinot nero Igt “Costa Nera” 2017 , Masari – VALLE DELL’AGNO  
(I terreni sono divisi in due dal torrente Agno: da un parte suolo calcareo e dall’altra vulcanico. Sul primo si esprimono i vini bianchi e questo Pinot nero. Notiamo che si distingue infatti dai vulcanici veri e propri per le note più dolci e fruttate/speziate. Annata 2017 l’uva ha avuto una buona maturazione. Macerazione con tutto il raspo. Barrique per 1 mese)

5 Colli Euganei Rosso Doc “Gemola” 2012, Vignalta – COLLI EUGANEI  
(Terreni di trachite scura, roccia vulcanica – vitigni 70% merlot e 30% cabernet. Il 2012 è stata una annata calda che ha portato a una buona maturazione delle uve)

6  Lazio Igp Cabernet Franc “ars Magna” Omina Romana – VELLETRI
(Un rustico Cabernet franc dominato dal terreno vulcanico e dal legno in cui affina (barrique 2°-3° passaggio). Di gran corpo, intenso, una meraviglia!)

7 Tinto Vulcanico 2017, Azores Wine Company – AZZORRE 
(Vulcanismo di origini più recenti, isola fredda a metà dell’Atlantico – mix vitigni portighesi internazionali)

8  Rosso Igt “Montelispida” 2012, Castello di Lispida – COLLI EUGANEI
(Merlot in purezza; Grande esperienza di una azienda che oggi produce con metodi naturali: lavorano anche con le anfore)

9  Rossi Igt “Marcus” 2016, Marco Sambin – COLLI EUGANEI
(Azienda giovane nata circa da 17/18 anni; produce in biologico e dal 2010 con fermentazioni spontanee; terrazze calcaree sui Colli Euganei ricche di scaglia bianca di selce, il cosidetto Biancone.  Vitigni bordolesi e sirah ; 16-20 mesi in barrique rovere nuove e usate – Clima medierraneo e annata fortunata che ha maturato l’uva per un vino completo)

10 Baboso Negro 2017, Vinatigo  – CANARIE 
(Siamo a Tenerife. Un ‘jurassic park’ delle vigne con 88 varietà diverse. Quando le isole vennero prese dagli spagnoli, lasciarono agli indigeni la coltivazione delle terre per fare il vino,  con i loro vitigni misti portoghesi e spagnoli. Molti di questi vitigni non si trovano piu nel continente, rimangono solo sulle  sole perchè qui non c’è stata la fillossera. Intenso di profumi terziari, speziato anzi pepatissimo, con richiami di cedro e bergamotto.  Un vino molto interessante.)

11  Vulture Superiore Doc “La Firma” 2014 Cantine del Notaio – VULTURE
(Basilicata. Il Vulture è un vulcano spento. I vigneti sono alti a 700 mt altitudine. Vitigno Aglianico 100%. E’ tardivo a volte si vendemmia a fine ottobre o novembre, lascia sapori molto maturi, ma senza alcoolicità esagerata. Questa cantina produce vini da Aglianico con tempi diversi di raccolta e maturazione: “La Firma” sta a metà strada. Acidità, tannino, uso del legno.)

12  Taurasi Riserva Docg “Granse Cerzito” 2014, Quintodecimo – IRPINIA
(Confrontiamo il precedente aglianico con questo prodotto in Campania. Ci sono terreni da eruzioni vulcaniche dai Campi Flegrei e Isole Eolie, che hanno creato cappe di cenere vucaniche. Cantina Quintodecimo. Il vino è meraviglioso: una su tutte la liquirizia al naso e in bocca  ….  e per il resto delle sensazioni rimandiamo alla maestria del prof. Luigi Moio e al suo libro “Il Respiro del vino”)

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