MANNI NOSSING – Tra essere e non essere

Bressanone, 11 luglio 2019

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Il mio incontro oggi in cantina con Manfred Nossing, nella splendida Valle Isarco in quel di Bressanone, quasi mi mette intorno un po’ di trepidazione.
Schietto e diretto Manfred. Si presenta subito nella sua essenza di uomo e di viticoltore.
Mi accoglie in un clima familiare: prepara le bottiglie, presenta suo figlio e parla del suo amore per la musica.

Manni Nössing è uno dei portavoce enoici più affermati e apprezzati della Valle Isarco.
I suoi vini bianchi sono profondissimi e comunicativi: non a caso viene definito da molti esperti e appassionati come uno dei migliori bianchisti d’Italia.
Mr. Kerner” è il suo soprannome.

Consapevole di questo Manfred esprime tutta la soddisfazione per il suo lavoro, anche se nelle sue parole fa percepire il rovescio della medaglia.
Il sogno, il desiderio, la spensieratezza che trasmettono i suoi vini, si accompagnano alla realtà, non altrettanto sempre brillante, che si trova a vivere oggi il viticoltore.
Se il dubbio di Amleto stava nell’interrogativo esistenziale, in questo caso sta nel modo di concepire il mondo, ovvero il ‘sistema’ dentro al quale viviamo.

Chi mi dice dove finisce?” esordisce Manfred, mentre versa il vino nei bicchieri da degustare.

Intuitivamente sposto il cellulare in borsa, dopo aver scattato qualche foto, rubata da dietro la bottiglia. Che fosse in qualche modo ‘allergico’ alle tecnologie lo avevo già intuito quando l’ho chiamato per fargli visita.

La verità è che “negli ultimi 10 anni il mondo è davvero cambiato” prosegue.

Ci confrontiamo sul fatto che negli ultimi anni la diffusione della tecnologia informatica ha introdotto notevoli cambiamenti nel nostro stile di vita.
Tra gli aspetti negativi sicuramente la dipendenza da web. Chat e messaggi offrono un potente canale di comunicazione che spesso, però, viene abusato, diventando uno strumento che impoverisce le relazioni in vari ambiti della vita (lavoro, famiglia, coppia, famiglia, e tanti altri).
D’altra parte è forte l’impatto delle tecnologie sul business: sta cambiando le strategie di marketing. Sempre più consumatori utilizzano internet, social network e messaggistica: è una grande opportunità per i marchi sfruttare questa forma di pubblicità.
Come utilizzare quindi questi potenti strumenti al meglio e senza entrare in un vortice senza fine?

Ma toccando più profondamente gli aspetti legati al vino, sicuramente una grande preoccupazione riguarda il cambiamento del clima. In futuro avrà un impatto importante sulle fasi fenologiche della vigna, fino a ripercussioni sul prodotto in bottiglia. Ad oggi si stanno già misurando le conseguenze dei fenomeni atmosferici che mettono a dura prova i viticoltori. Si verificano aumenti delle temperature, maggior frequenza del deficit idrico così come eventi climatici estremi (grandine, inondazioni, gelate, siccità).
E’ bello lavorare nei vigneti, in mezzo alla natura”, continua. E’ una vera missione soprattutto per i piccoli imprenditori. Comporta anche “alzarsi presto, lavorare in mezzo alle intemperie, al freddo o al caldo…anche il lavoro degli agricoltori è difficile.” Ad oggi quando la stagione prosegue senza intoppi c’è da ritenersi fortunati. “Ma se ti capita la grandine?” Tutto il tuo lavoro può essere rovinato, e in queste condizioni a volte può emergere la tentazione di smettere.

Certo è difficile pensare ciò per Manfred.
Lui si è fatto da solo: è la prima generazione per questa azienda vinicola.
Ricordo le vacche e le cassette di mele, perchè la mia famiglia faceva questo”.
Tutto infatti è cominciato dall’agricoltura e dall’allevamento di cui si sostentava la famiglia, proprietaria di un maso denominato “Hoandlhof”.

Mi racconta dei bei tempi e poi dell’uva e il vino.
Tradizionalmente le uve, che comprendono le migliori zone viticole della conca di Bressanone, erano conferite alla locale cantina cooperativa. Nel 1999 Manni decise che era venuto il momento di compiere il grande passo, iniziando a vinificare in proprio. Nel 2003 completò la nuova cantina, integrata all’interno del maso di famiglia.
Il successo per la giovane azienda agricola Manni Nössing è arrivato quasi subito, ed è culminato in prestigiosi riconoscimenti da parte delle principali guide di settore, sia italiane che estere.
Oggi l’Azienda produce sull’ordine delle 20/25.000 bottiglie di soli vini bianchi, suddivisi tra kerner, sylvaner, müller thurgau e grüner veltliner.

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Arriviamo al vino dunque! Ci attende uno spettacolare Muller thurgau: il migliore che io abbia mai assaggiato! Uno vino che ti lascia infinitamente soddisfatto, uno di quelli che restano impressi nella mente.
Curiosamente indago su com’è nata l’idea di produrre il “Sass Rigais”.
Fatale fu un incontro e una proposta, alle cinque del mattino, ad una meravigliosa festa: “Sai ad una festa di solito o si balla o si beve. E visto che non so ballare….”
Da questo incontro enologico illuminante, naque l’idea di coltivare il Muller thurgau, lavorando delle vigne a 800 mt a Tiso, nella prima Val di Funes.
Non troppo lontano pratico lo sci d’alpinismo nel gruppo delle Odle” racconta con gli occhi pieni di luce. Le vigne qui guardano la montagna, il Sass Rigais per l’appunto (sasso rigato). Si trovano in un luogo incontaminato dove le uve riescono naturalmente a crescere indisturbate. E ne esce un vino straordinariamente emozionante!

Oltre al Muller thurgau, ad oggi tutte le cure e attenzioni si rivolgono a Sylvaner, Grüner Veltliner, Kerner. Questi vitigni si trovano attorno alla cantina sulla collina di Bressanone.
Nel suo percorso Manfred ha deciso di fare a meno del Gewürztraminer: un vino molto diffuso commercialmente ma forse più difficilmente interpretabile per il pubblico. Anche i vini rossi, vocati ad altri territori, sono stati anch’essi nel tempo abbandonati.

La strada che ha intrapreso è per una coltivazione corretta e adeguata al territorio.
Parliamo di una gestione diversa del vigneto con una riequilibratura delle rese in pianta e minor selezione delle uve. Quando il frutto è maturo viene lasciato all’ombra. Anche noi “d’estate stiamo meglio all’ombra che al sole” .
Pur non essendo un vino biologico, da qualche anno non si usano più diserbanti.
La cosa più importante? “ Imbottiglio quando me lo dice il vino!

Questa sua filosofia enologica ha trovato aiuto e alimento nell’amicizia con un enologo siciliano, che l’ha portato a disegnare questi vini di straordinaria forza interiore.

Concetti molto semplici per un risultato appagante: alla vista, al naso e al palato troviamo sempre la perfetta sintonia! Equilibrio. Eleganza. Fragranza. Sapore e mineralità.
Vini che si rendono grandi interpreti del vitigno che rappresentano, che ritorna in evocazioni persistenti ad ogni sorso.

Sono la sintesi dei suoi ideali di filosofia enologica, uniti alla concretezza, impegno e costanza per raggiungerli.

Questo è il lavoro di Manni.

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Tra un pensiero e l’altro abbiamo sorseggiato:

  • Manni Nossing Alto Adige Valle Isarco DOC Muller Thurgau Sass Rigais 2018

  • Manni Nossing Alto Adige Valle Isarco DOC Sylvaner 2018

  • Manni Nossing Alto Adige Valle Isarco DOC Kerner 2018
    Manni Nössing – Via dei Vigneti, 66 – Bressanone (BZ) – tel 0472.835993

(*)Vino e musica.
Il mio abbinamento musicale è con il brano di Elisa e De Gregori “Quelli che restano”.
La canzone che rappresenta un inno ai sognatori, a chi nonostante le difficoltà non ha mai smesso di crederci e soprattutto di credere in sé stesso.

Troverete poche foto, poichè “le foto rimangono nella mente e non sulla carta stampata”.

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