Cessalto (TV), 17 ottobre 2019

Weltanschauung
La mentalità sta cambiando nel mondo del vino: i mercati vogliono il vino BIO. La grande sfida del futuro è dare risposte alla questione ambientale.
Lo pensa anche Corvezzo Winery a Cessalto (TV), cantina che vanta una tradizione vitivinicola di oltre mezzo secolo. E’ la più grande azienda nazionale vitata bio ad uve glera e pinot grigio, con circa 154 ettari a corpo unico e cantina innovativa per una filiera completa, sostenibile e certificata.
Attraverso una giornata dedicata alla stampa nazionale, ci ha fatto conoscere da più vicino il vino più famoso al mondo, in una versione 100% Bio certificata.

Cè il Prosecco e c’è il Prosecco biologico
Il Prosecco è il re degli spumanti Metodo Martinotti italiani: prodotto con il Metodo Charmat a mezzo di autoclavi. E’ composto principalmente dal vitigno glera per almeno l’85% del totale (in aggiunta i vitigni bianchetta trevigiana, perera e verdiso).
Le principali caratteristiche del Prosecco sono la mineralità, i sentori della frutta e la sua semplicità.
Le sue bollicine hanno conquistato il gusto e il cuore dell’intero mondo: è apprezzato e bevuto da circa 40 milioni di italiani.
Ancora di più il Prosecco biologico sta accelerando sul mercato rispetto quello tradizionale. Proprio stamattina leggevo un articolo interessante su un quotidiano della zona di Treviso. Veniva evidenziato che gli imbottigliamenti del Prosecco DOC, nei primi 9 mesi del 2019, avrebbero fatto registrare un aumento del 6,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inolte la dinamica della frazione bio sembra aver toccato un buon 35 %, con una previsione ulteriore del 20 % per il 2020. Una buona notizia per il Consorzio di tutela.
Corvezzo winery: si va nella direzione della qualità del prodotto
Ben radicato da secoli nella storia del suo territorio il Prosecco ottiene la DOC nel 1969.
In quarant’anni diventa un vero e proprio fenomeno economico: abbiamo assistito ad una espansione dei terreni dedicati alle viti e al conseguente aumento della produzione ( triplicata tra il 2011 e il 2016 nell’area DOC). Di recente una inversione di tendenza, che va nel senso di una riduzione della resa per ettaro a vantaggio della qualità del prodotto. Qualità significa anche biologico.
Lungimirante Giovanni Corvezzo quando ha visto l’opportunità di coltivare i suoi vigneti a Treviso per produrre bollicine biologiche. Si resta impressionati al vedere le enormi distese di vigneti verdi a pochi chilometri da Venezia, tra le Dolomiti e il mare: un luogo perfetto per la produzione di uve biologiche.
Nel periodo 1980-2010 si è praticata la lotta integrata e nel 2010 è ufficialmente iniziata la conversione biologica totale dei vigneti.
A partire dalla vendemmia 2017 Corvezzo è cantina BIO 100% certificata, specializzata nella produzione di Prosecco biologico, Pinot Grigio Biologico e altri vini biologici della Marca.

Alcune domande al produttore
Dopo una attenta e interessante visita ai vigneti con l’agronomo Filippo Scortegagna e alla cantina con il consulente Fabio Bogolin e il giovane enologo Andrea Toffoli, andiamo a conoscere l’azienda nel meeting del pomeriggio, attraverso le parole di Giovanni Corvezzo, attuale titolare e direttore generale.

– Giovanni, ci racconti come mai sei conosciuto come Happy Farmer ?
Happy farmer è l’ambasciatore del prosecco nel mondo biologico.
Creato nel 2005 sulle mie sembianze, ha il compito di spiegare al consumatore in modo semplice e chiaro i benefici della produzione biologica.
– Spieghiamo cosa significa Biologico per un vino?
Dal 2012 con l’entrata in vigore del regolamento CE 203/2012 si può parlare di vino biologico certificando come tale l’intero processo di vinificazione e di trasformazione delle uve. Ecco che in etichetta compare il logo comunitario a garanzia.
Le uve vengono coltivate senza l’utilizzo di agenti chimici di sintesi nei vigneti, mentre in cantina la vinificazione deve avvenire con l’utilizzo limitato di solfiti e di prodotti enologici certificati biologici. Ne risulta un prodotto sano, naturale e genuino essendo privo di qualsiasi componente chimico al suo interno.
– Come mai la scelta di vinificare in Biologico?
Il mondo del vino si sta evolvendo sulla strada di un’agricoltura più pulita e noi ci adeguiamo.
La produzione di vino biologico sta salendo così come la domanda di mercato. La stessa parola ‘Bio’ è in aumento nelle ricerche su Google.
Il consumatore è sempre più attento a ciò che consuma, per un prodotto che rispetta non solo l’ambiente e l’ecosistema, ma che salvaguardia anche la salute di chi lo consuma.
Il primo passaggio per poter condurre una viticoltura biologica seria e motivata è stato un cambiamento di mentalità, un approccio diverso alla viticoltura. Il biologico ci mette a disposizione armi e strumenti un po’ meno efficaci, ma ci impone di comprendere e interpretare meglio quella che è la pianta e la viticoltura. Una filosofia green a partire dal vigneto, fino alla cantina moderna e realizzata con materiali ecocompatibili.
– Avete raggiunto 4,2 milioni di bottiglie prodotte nel 2018 e un trend costantemente in crescita: come si diventa leader nel settore nella produzione di Prosecco biologico?
Creando un modello di produzione di Prosecco Bio su larga scala, sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico.
Grazie al formidabile bagaglio di conoscenze legate alla delicata arte della viticoltura biologica in anni di sperimentazione siamo diventati esperti ed efficaci.
La sostenibilità è un’opportunità sostenuta dalla tecnologia; questo è il punto di forza della nostra azienda.
– La scelta delle macchine è funzionale per esempio alla possibilità di usare minori trattamenti sulle viti e di essere tempestivi. Si sono affinate delle tecniche per riuscire a ridurre l’impatto del rame grazie alla conoscenza del terriorio: alcune capannine del clima sono state posizionate in macroaree omogenee e ci forniscono parametri che ci avvisano in momenti di pericolo (piovosità, temperatura, irraggiamento solare, bagnatura fogliare…).
– La conoscenza delle dinamiche dei patogeni ci ha consentito una ottimizzazione dei principi attivi e la sperimentazione di nuovi prodotti, come l’utilizzo di polveri di roccia, estratti naturali di semi di pompelmo, di chitosano oppure l’olio essenziale di arancio, tutti elementi che aiutano la gestione fitosanitaria.
– La scelta di utilizzare alcune trappole per gli insetti ha permesso il controllo sulla loro popolazione, cosi come la confusione sessuale a base di fermoni per tignola e tignoletta;
– Sfruttiamo il sovescio che è una tecnica agronomica antica, per cui utilizziamo miscugli complessi di essenze varietali vegetali che apportino diverse funzioni.
– La potatura viene fatta a mano perchè dobbiamo scegliere dove tagliare, ma la raccolta delle uve in vendemmia è effettuata con macchinari all’avanguardia, fondamentali per una agricoltura biologica in scala.
– Abbiamo un impianto fotovoltaico che assicura tutta l’energia che occorre ai macchinari utilizzati per la vinificazione, e un impianto a biomassa che produce energia termica ricavata dagli scarti della potatura.
– Anche il packaging rispetta l’ambiente. I tappi di sughero hanno rimpiazzato quelli di plastica e carta riciclata è impiegata sia per le etichette che per le scatole dei vini.
– La riduzione del peso delle bottiglie contribuisce a diminuire l’inquinamento atmosferico.
– A quanto ammonta il mercato del prosecco biologico e qual è la vostra parte?
Considerando il territorio di Treviso, la coltivazione biologica si estende per circa 1.600 ettari con 201 aziende (4% del totale) e una media di soli 7,6 ha ad azienda.
La quota a Prosecco doc biologico (quindi comprendendo tutta la denominazione veneta e friulana) è di circa 423 ha.
Corvezzo rappresenta il 23,6% del totale con i suoi 101 ha a uva glera.

– Le vostre richieste arrivano dall’Italia o dall’estero?
Il mercato del vino biologico all’estero è diventato particolarmente attraente per il vino biologico.
Noi esportiamo circa l‘85% in 24 paesi. Principalmente Inghilterra, a seguire Scadinavia (Svezia, ma anche Finlandia e Norvegia). La cultura della sostenibilità ambientale in questi paesi è molto sentita. Paradossalmente anche in Francia viene apprezzata la nostra tipologia di vino frizzante e bio.

– Progetti per il futuro?
In progetto per il 2020 c’è lo sviluppo di una coltivazione in biodinamica e i vitigni resistenti alle malattie. Questi ultimi si traducono in un impatto zero della chimica in campagna con una riduzione del 70% dei trattamenti (biologici).
Sono varietà perfezionate, in questo caso, dall’Universita di Udine: incroci tra i tradizionali esistenti e le varietà caucasiche che manifestano delle resistenze maggiori a peronospora e oidio.
Abbiamo scelto di coltivare 2 ettari di Sauvignon Kretos: siamo al secondo anno di prove per un vino che verrà prodotto con IGT.
La maggiore difficoltà è capire come verrano recepite dai consumatori.

La degustazione
Lo spumante biologico prodotto dalla Società Agricola Fratelli Corvezzo presenta, nelle varie versioni, una bella bottiglia, una bella etichetta moderna e accattivante. Mi è piaciuto il dettaglio delle linee in altorilievo sulla bottiglia che richiamano i filari lunghi e paralleli: ci fanno toccare con mano il vigneto.
Tutto bello per il consumatore. Sarà anche buono questo Prosecco?
La risposta, dopo il tasting è certamente affermativa. Il Prosecco Doc Treviso Corvezzo rappresenta nel calice una piacevolissima espressione della tipicità della glera spumantizzata:
-sia essa in purezza;
–sia nella versione Prosecco colfondo (o sur lie, cioè rifermentato in bottiglia senza sboccatura e di conseguenza torbido). Scenografica se vogliamo l’immagine di rovesciare e squotere la bottiglia per una distribuzione uniforme. Per chi vuole sempre essere di tendenza è in previsione già a fine anno “Shake me” e “Unfiltered” ;
-sia in assemblaggio con chardonnay e pinot bianco;
-sia in assemblaggio con il pinot nero a dare il colore rosè;
E adesso facciamo un bel brindisi alla nostra salute, con una “bollicina” veneta 100% Biologica firmata Corvezzo!
www.corvezzo.it
www.ilproseccobiologico.com