Santorini, 10 luglio 2020
Santorini è un’isola, una roccia nera tuffata nel mare, un vulcano.
Famosa in tutto il mondo, è la più meridionale del gruppo delle Cicladi nel Mar Egeo.
E’ nata da una delle più grandi eruzioni vulcaniche della storia della Terra, che risale a ben 3.600 anni fa.
I suoi vini sono quindi figli del Vulcano. Le vigne affondano le radici su ceneri e lapilli e si nutrono di minerali, di luce riflessa delle rocce chiare e scure, di acqua che li nutre. Tutte condizioni che permettono di maturare particolari precursori d’aroma che li rendono molto freschi, sapidi e ovviamente …vulcanici!
L’isola di Santorini rappresenta un microcosmo dalle caratteristiche uniche.
Quanta ricchezza e complessità si trova nei vigneti dell’isola che ci regalano la bevanda degli dei. Sono vini dalle grandi potenzialità, nettari preziosi che hanno tanto da raccontare.
Se mi lascio andare ai ricordi di questa mia recente vacanza, le immagini scorrono nella mia mente:i tramonti caldi di Oia, la Caldera dalle tortuose stradine e infinite scalette, il bianco candido delle case che sembra tuffarsi nel mare blu cobalto; e ancora le spiagge nere vulcaniche, il cielo azzurro e limpido e il sole che scalda l’isola e risveglia i profumi dei grappoli.
Spettacolare, magnifica, mozzafiato: tre parole per descrivere Santorini.
Sono incredibili le viti che compongono il suo vigneto: infinite distese di vigne allevate ‘a canestro’ cullate da venti ‘Meltemi‘ e brezze marine. Sono coperte da foglie che raccolgono la rugiada notturna, le uve beneficiano del gocciolamento dell’acqua e dell’ombra che le protegge durante il giorno.
Sono vigne ‘a piede franco’ (che non hanno conosciuto la fillossera) e che spesso superano i 100 anni di vita.
Ricordo e rivedo nei calici il colore riflesso dai raggi del sole, dal suo sorgere al tramonto, e riprendo al naso quel sentore iodato che è l’essenza dell’isola. Assaporo la mineralità vulcanica che è il marchio di Santorini.
Sono partita per questo viaggio con la voglia di esplorare e capire come da questo tipo particolare di territorio, in armonia con la natura, riescano a nascere delle vigne uniche e rare. Il vino infatti è un organismo vivente e appartiene al suo posto di origine.
La particolarità dei vigneti di questa isola è quindi principalmente associata alle varietà autoctone.
C’erano be 50 tipologie autoctone nel passato, ma il suolo è povero e solo alcune varietà sono sopravvissute: Assirtiko (che copre l’80%dell’isola), Aidani, Athiri sono i principali vini bianchi e poi Mandilaria, Mavrotragano (che copre solo 4% dell’isola) per i vini rossi.
HATZIDAKIS WINERY: LE ORIGINI
Ed eccomi a visitare una cantina veramente speciale.
L’ho scelta innanzitutto perchè che ho trovato una particolare attenzione alla valorizzazione delle varietà autoctone; in secondo luogo per il massimo rispetto per la vigna, che viene trattata con accurata gentilezza, in sintonia con il territorio e il clima, con trattamenti biologici. Ecco che le uve ripagano con dei veri capolavori.
“Un buon vino viene prodotto in cantina, ma un vino eccezionale viene prodotto solo nella vigna”: queste sono le giuste parole che ci ha lasciato Haridimos Hatzidakis primo fondatore ed enologo, definito anche “mago del vino”.
Di origine cretese, Haridimos Hatzidkis porta a termine la sua formazione in agronomia ed enologia in Atene. Nel 1996 ha reimpiantato un piccolo vigneto abbandonato dal 1956, a causa del grande terremoto di Santorini. Questo vigneto di mezzo ettaro si trova a un’altitudine di 330 mt , nel villaggio di Pyrgos Kallistis, è stato coltivato con AIdani una varietà autoctona di Santorini.
Nell’estate 1997 trasformo’ una piccola grotta tradizionale esistente in una cantina o “Kanava”, che è il nome tradizionale delle cantine di Santorini.
Le prime bottiglie di vino dell’azienda sono state rilasciate nel maggio 1999, con il “Santorini” raccolto nel 1998 e il rosso “Mavrotragano” annata 1997.
Questo è stato l’inizio per Hatzidakis winery.
Attualmente la produzione è di 60.000 bottiglie totali.
LA GESTIONE ATTUALE: IL TEAM AL FEMMINILE
Il grande enologo è deceduto l’11 agosto 2017 lasciando la sua famiglia negli affetti e nella conduzione della cantina.
La figlia più grande Stella Hatzidakis (Winery Manager) decise di non vendere l’azienda di famiglia, ma di gestirla assieme alla madre Konstantina Chryssou.
Anche il Team Winemaking è composto da un gruppo di giovani e talentuose donne:
Stella Papadimitriou (Head Penologist), Marietta Samara (Assistent Oenologist), Maria Galiou (Food Tecnologist), Anna Ntamka (Assistant Packaging Manager), Maria Tatsi (oneologist Student).
Un gruppo di donne che hanno dato vita alla visione della Famiglia Hatzidakis, continuando tutte insieme, unite nella passione e sempre “a testa alta”.
Era d’obbligo una mini-intervista a Stella Hatzidakis (erede e attuale Direttore della cantina) con alcune domande spontanee:
-Quali sono state le difficoltà nella conduzione della cantina, dopo la morte del padre?
“La gestione della Cantina non presentava alcuna difficoltà significativa perché mia madre Konstantina Chryssou, che ha co-fondato la Hatzidakis Winery insieme a mio padre Haridimos Hatzidakis, è stata fin dall’inizio incaricata di gestirla. È lei che trasmette questa conoscenza in quell’area a me, ai miei fratelli e ai nostri collaboratori.
Quindi si può facilmente affermare che la prima generazione passa la conoscenza alla seconda ed entrambe attualmente coesistono e sono responsabili della prosecuzione della filosofia Hatzidakis.”
– Il Team tutto al femminile è stata una scelta?
“Haridimos Hatzidakis aveva sempre come assistenti delle donne enologhe. Credeva che le donne fossero più attive e dinamiche. In effetti, da giovane coppia, mia madre si sentiva un po ‘gelosa per sapere che suo marito preferiva lavorare con le donne dalla sua parte, piuttosto che lavorare con gli uomini.
Tuttavia, credeva sinceramente che le donne potessero esibirsi in modo più coerente e con una maggiore attenzione ai dettagli.”
– Nel vostro caso, quali sono stati i punti di forza al femminile?
“Forse le donne mancano di forza fisica, ma riescono a cooperare tra loro per ottenere il meglio che possono.
Inoltre, abbiamo nel nostro team soci di grande valore che sono uomini, Andreas Roussos che gestisce i vigneti insieme al suo team e Sampson Phytros che opera in ufficio, che sono più che disponibili e senza di loro tutto sarebbe più difficile da completare.
E sì, gli uomini possono lavorare a fianco delle donne in modo molto semplice e produttivo”
– Il passato periodo Covid ha creato difficoltà nella gestione, nella vendita dei prodotti? Come lo state affrontando?
“In effetti, c’è stato un periodo in cui il mercato si era fermato, ma l’abbiamo affrontato con pazienza, energia positiva e fede. Tuttavia era un problema globale, ma ci siamo concentrati sull’apertura di nuovi mercati e con il duro lavoro e la qualità dei nostri vini, possiamo dire con orgoglio che siamo riusciti a farlo in modo soddisfacente.”
– Che cosa vorrebbe dire a tutte le donne impegnate nel mondo del vino?
“Quello che vorrei dire è quello che avrei detto a tutte le donne professioniste che operano in qualsiasi settore: quando ami molto qualcosa, il fatto di essere “donna” non è mai un problema.
Tutti alla fine ti vedranno come tu vedi te stessa: come un professionista esperto.
Alla fine, la diversità di opinioni porta a risultati più interessanti e complessi.
Quindi suggerirei di seguire la propria passione e sogno.”
CANTINA E VIGNETI
I vigneti si trovano all’interno della zona classificata di Denominazione di Origine Protetta (DOP) Santorini, in particolare nei villaggi di Pyrgos Kallistis, Megalochori, Emporio e Akrotiri.
Attualmente la tenuta si estende per 10 ettri vitati ad una altitudine compresa tra 70 e 350 mt , con orientamento prevalente sud o sud-est. La nuova cantina è completamente scavata nella roccia, per mantenere le temperature costanti e offre una bellissima vista sulle tenute della vigna.
Le uve sono essenzialmente di proprietà, anche se c’è una parte in affitto da altri viticoltori, in conformità con il sistema di controllo europeo dall’agricoltura biologica. Il tutto in una visione di “estesa famiglia”.
FILOSOFIA PRODUTTIVA
Vengono prodotti vini di qualità in limitate quantità, sempre con attenzione all’espressione del terroir, alle varietà autoctone che vengono fermentate con lieviti indigeni. Non ci sono additivi chimici . Il tempo è la condizione essenziale per lavorare e maturare le uve naturalmente. Il vino viene sempre imbottigliato non filtrato.
Noi tutti sappiamo bene che l ‘uso di componenti fertilizzanti di origine non-naturale e pesticidi contengono sostanze nocive che passano dal terreno alle piante, quindi ai loro frutti e infine agli esseri umani. Le conseguenze sono dannose per l’ambiente e per noi stessi.
Motivo per cui viene applicata l’agricoltura biologica sia su vigneti vecchi (in proprietà e in affitto), sia per ogni vigneto lineare che viene impiantato.
Per garantire uno sviluppo corretto delle piante si utilizzano materie prime naturali come letame animale (il più ricco di azoto è quello degli uccelli). Vengono inoltre salvate le vinacce e i semi che rimangono dalle uve lavorate, per due anni. In seguito vengono usate come letame ricco di sostanze organiche.
Si usa la polvere di zolfo per la protezione principale contro la muffa.
Anche in cantina viene favorito il naturale decorso dei processi di vinificazione, con fermentazioni spontanee, lieviti indigeni e filtrazioni ridotte al minimo o del tutto assenti
I VINI DEGUSTATI:
Le bottiglie vengono lavorate in maniera artigianale, come vini macerati, vini biologici.
Comunque sia esprimono appieno i profumi e il territorio che gentilmente li dona.
E’ essenzialmente l’Isola di Santorini che si traduce nel bicchiere.
Ma andiamo a degustarli e raccontarli.
Complimenti Antonella, nel tuo articolo si evince chiaramente l’entusiasmo e la tua passione per i vini. Inoltre l’isola di Santorini è spettacolare con i suoi colori, profumi e la sua vista mozzafiato, sei riuscita a stuzzicare ulteriormente la mia curiosità di visitare quest’isola di tanta storia. E non mancherà la mia sosta alla HATZIDAKIS WINERY. Grazie. Un abbraccio Angela
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