Degustazione Moët & Chandon e Dom Perignon

Montegalda (VI) 2 giugno 2019 – Bollicine Wine Experience

Ecco un paio di appunti presi alle due prestigiose degustazioni guidate di domenica scorsa. I relatori Ais ci hanno fatto scoprire alcune tra le più importanti maison dello champagne: “Moët & Chandon e Dom Perignon” e a seguire “Krug” .

Degustazione Moët & Chandon e Dom Perignon

Marco Comunian relatore AIS

Lo champagne.

E’ una regione francese che possiamo definire un ‘mosaico di tessere ‘: se pensiamo ai 38.752 ettari a vite e alle 275.000 particelle, davvero non stupisce la complessità che questi territori trasmettono ai vini.
L’unicità dei vini della Champagne è dovuta infatti a condizioni ambientali molto particolari che davvero fanno pensare a un miracolo di vino.
La regione si trova a 150 km a nord di Parigi: il territorio viticolo più settentrionale di Francia a circa 49° latit.  (ai confini della coltivazione della vite), che gode di un clima oceanico con 1.600 ore/annue di insolazione e di precipitazioni modeste.
Circa 70 milioni di anni fa la regione era completamente sommersa dall’oceano, poi il progressivo ritiro delle acque sedimentò un suolo gessoso, successivamente alcuni terribili terremoti ruppero la crosta gessosa, sollevandola e creando varie formazioni collinari inframezzate da numerose piccole vallate.
L’elemento principale del sottosuolo della Champagne è quindi il cosiddetto “craie”, (terra bianca), che assorbe l’umidità consentendo alle viti adeguato apporto idrico in periodi siccitosi, e riflette la luce innescando la fotosintesi. Anche il calore viene immagazzinato d’estate e ceduto lentamente d’inverno.
In Champagne la temperatura annua è mediamente di +10°. Non raramente le gelate invernali arrecano gravi danni ai germogli e ai ceppi della vite. Una temperatura al limite della vita per la vigna.

E’ un vero e proprio ‘miracolo champenoise’!

Questa domenica abbiamo degustato la storia dello champagne.

Attualmente la champagnerie continua a produrre esportando in tutto il mondo: le etichette blasonate non conoscono crisi. Le vendite sono sempre in salita, al contrario dei piccoli vingerons francesi che hanno avuto negli ultimi tempi un calo del 30/40% delle vendite interne al loro Paese.
Una etichetta che identifica il prodotto che ha conquistato il mondo, è senza ombra di dubbi Moët & Chandon. La Maison ha portanto lo champagne a essere un must dei lustrini e del lusso, sinonimo di stile ed eleganza, un vero simbolo delle bollicine francesi.
La data di fondazione risale al 1743, quando Claude Moët iniziò a importare i vini prodotti nella regione dello Champagne nella capitale, Parigi.
In quegli anni sul trono di Francia sedeva Luigi XV e lo champagne Moët iniziò ad entrare nelle casate francesi come di tutta Europa, arrivando fino agli Stati Uniti.
Oltre al fondatore fu il nipote Jean-Remy Moët a dare il là alla crescita della casa vinicola: fu lui infatti a entrare nelle corti più importanti dell’epoca come dei presidenti, tra Thomas Jefferson, passando da Napoleone Bonaparte (amicizia che fece da suggello al simbolo della sciarpa ancor oggi presente su collo della bottiglia). Carl il cugino conosceva i reali e aumentò in maniera esponenziale le vendite. Quando nel 1832 il figlio di Jean-Remy, Victor Moët, e il genero Pierre-Gabriel Chandon, ereditarono la champagnerie, diedero vita al nome con cui oggi è noto lo champagne, Moët & Chandon.
Un altro passaggio della loro storia fu l’idea di uno champagne invecchiato che portò alla prima distribuzione di “champagne vintage” nel 1842: vent’anni più tardi fu la volta del marchio di maggior successo, il Brut Impériale.

LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE, è una multinazionale e conglomerata francese con sede a Parigi. È proprietaria di oltre settanta marchi divisi in aziende di alta moda, di orologi, di editoria, di distribuzione, di alberghi di lusso. In questo caso è divenuta proprietaria di maison vitivinicole quali Moët & Chandon, Veuve Clicquot, Hennessy, contando poi anche uno degli champagne più esclusivi al mondo, il Dom Pérignon.

Lo champagne Dom Perignon è nato nel 1921 come bottiglia del lusso. Fu il primo a essere definito “champagne di prestigio”.
Creato dal monaco benedettino Pierre Pérignon, che giovanissimo arrivò all’Abbazia di Hautvillers cominciò a studiare, da cantiniere, la coltivazione del vino.
Il suo merito? Il monaco, semi-cieco e vegetariano (da come narrano le leggende), ebbe il merito di dare la perfezione allo champagne. Diede importanza al vitigno Pinot nero, e fu il primo ad assemblare in pressatura uve provenienti da vari vitigni e varie zone. (assemblaggio). Scoprì che il vino con il cambio di temperatura in primavera rifermentava (a quei tempi era un difetto). E proprio con la sua bottiglia da 91 cc riuscì a perfezionare l’uso del tappo in sughero.
Si dice che in punto di morte abbia rivelato il segreto della sua liqueur d’expedition…

Ma veniamo alla brillante degustazione!

1 – Moët & Chandon Reserve Imperiale

Composizione: 40% pinot nero, 30% pinot meunier, 30 % chardonnay.
Brillante giallo paglierino leggermente dorato. Notiamo la finezza delle sue bollicine. Avviciniamo il naso ed ecco la frutta secca e la nocciola che virano al passare dei minuti alle note di pasticceria
(4-6 anni sui lieviti non dichiarato – adopera vini di riserva).
Lo assaggiamo e subito avvolge il palato con una nota di mandorla amara, piacevole e persistente, di una freschezza che acccarezza il palato.
Possiamo definirlo un vino d’entrè. Sicuramente è un vino ‘piacione’, è studiato a tavolino. Con una grande capacità di vendita, basata essenzialmente sulla sua grande bevibilità.

2 – Moët & Chandon Rosè Imperial

Composizione: 58% pinot nero, 11% pinot meunier , 31% chardonnay.
Di un brillante perfetto che attira con le sue belle catenelle
di perlage. Colore rosa carico, attraente, che già ci fa intuire l’assaggio importante che segue.
All’olfatto si fa sentire il meunier, con i suoi frutti di bosco rossi e il mirtillo, e si percepisce la nota vinosa di un vino giovane.
In bocca è persistente, entra aggressivo e avvolge bene. Finale fresco e minerale. Saliamo in struttura.

3- Moët & Chandon Grand Vintage 2009

Composizione: 30% pinot nero, 8% pinot meunier, 62% chardonnay.
Millesimato 2009: una vendemmia piovosa! Quindi sicuramente c’è stata una grande lavorazione del vino.
Estremamente brillante, dalle bolle fine e continuative, eleganti.
Olfattivamente richiama la frutta secca, le albicocche secche, un ananas dolce. Gessosità.
In bocca è elegante e persistente. Ha perso un po’ di acidità rispetto ai precedenti. Emerge una salinità delicata.
Una bevuta di gran piacere! Perfetto.

4- Dom Perignon Vintage 2008

Il Dom Pérignon 2008 è uno di quegli Champagne destinati a diventare leggendari: sia per l’annata eccezionale (una di quelle che capitano una volta ogni 20 anni), sia perchè è l’ultimo a portare la firma dello storico Chef de Cave Richard Geoffroy, che con questo millesimo ha passato lo scettro al giovane Vincent Chaperon.
E’ lo champagne più venduto al mondo con 6 milioni di bottiglie!
Il Dom Perignon è generalmente composto dal 45% di pinot nero e il 55% di chardonnay (anche se non è realmente sempre chiara la suddivisione).
Millesimo 2008 quindi oggi ha 11 anni sulle spalle.
Brillante perlage di bollicine fine e numerose. Al naso odora di biscotti, nocciole tostate, note burrose. Lo assaggiamo: avvolge il palato. Sempre lo stesso stile dopo anni.
Indimenticabile!

5 – Dom Perignon Rosè 2006

Alla vista appare di un rosa più ramato del precedente in degustazione.
Possiede una freschezza che gli dona ancora lunga vita!
Adorabile!

6 – Dom Perignon P2 2000

‘P2’ ovvero 20 anni sui lieviti! Incredibile a dir poco. Finezza al naso con una leggera nota legnosa. Indescrivibile al palato!
Ci lasciamo travolgere dai sensi in questo assaggio unico e davvero raro!

Gallery foto Bollicine wine experience 2019

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